REPORT SULLA MISSIONE ERIS eLTER MISSION A PIANOSA
Progetto: Fattori che influenzano la biodiversità negli habitat sotterranei dell'Isola di Pianosa (CAVERNBIODIV)
6 - 18 maggio 2023
Istituto:
Istituto di Speleologia Emil Racoviţă (ERIS), Bucarest (Romania), Accademia Rumena
- Partner: Gruppo per l'esplorazione subacquea e speleologica (GESS), Bucarest (Romania)
Team:
1. Alexandra Maria Hillebrand-Voiculescu (PhD, ERIS): Ricercatore principale della missione; responsabile dell'indagine microbiologica
2. Raluca Ioana Băncilă (PhD., ERIS): responsabile dell'indagine sulla fauna invertebrata;
3. Cătălina Haidău (PhD student, ERIS): indagine microbiologica;
4. Vlad Nicolae Voiculescu (GESS): support tecnico.

Lo scopo del progetto CAVERNBIODIV è quello di investigare la diversità di invertebrati e microrganismi degli habitat sotterranei (grotte/caverne) e di superficie di un'isola relativamente piccola in relazione alle proprietà fisico-chimiche del substrato, alle variabili climatiche e all'impatto antropico. Gli habitat presi in cosiderazione sono i siti situati nell'entroterra in luoghi incontaminati e disturbati dall'uomo (dall'agricoltura, dal turismo, ecc.) e grotte/caverne scavate nelle scogliere dell'isola ed edifici abbandonati come analoghi agli ambienti sotterranei. L'isola di Pianosa offre tutti gli habitat di interesse, tuttavia, se da una parte mancano dati sulla biodiversità animale dell'isola, dall’altra sono disponibili quelli sul clima, sull'uso del suolo e sulla vegetazione; inoltre, essendo l'isola di piccole dimensioni, è più facile monitorare l'impatto del clima e delle attività antropiche sugli ecosistemi.

Campionamento
Per studiare la diversità degli invertebrati di superficie sono state posizionate delle trappole1 negli stessi siti utilizzati dai nostri colleghi dell'Istituto per la Bioeconomia del CNR (Firenze, Italia) per il monitoraggio a lungo termine del contenuto di carbonio organico nel suolo, coprendo i principali habitat dell'isola2. Inoltre, sono stati raccolti campioni di suolo per analisi microbiologiche e chimiche.

Sono stati raccolti anche resti di lepre ed escrementi di lepre e di uccelli per l'analisi dei microrganismi.

Per studiare le comunità di invertebrati e il microbioma degli ambienti sotterranei sono stati raccolti invertebrati, microrganismi aerodispersi, sedimenti e scarti di pareti di grotte/caverne ed edifici abbandonati.




Difficoltà incontrate
Le attività inizialmente proposte sono state leggermente modificate in base alla situazione riscontrata sul campo. Abbiamo constatato che i dati disponibili in letteratura relativi alle grotte dell'isola di Pianosa non concordano con le circostanze in campo: la maggior parte delle grotte accessibili non supera i 2 m di profondità e presenta ingressi molto ampi, senza un clima diverso dall'ambiente esterno. Abbiamo notato alcuni scavi più rappresentativi lungo la costa rocciosa, ma purtroppo non erano accessibili. Questi siti potevano essere raggiunti solo in barca e/o con una corda, ma il nostro permesso non copriva tale attività. Per questi motivi, il numero di piastre Petri per batteri e funghi trasportati dall'aria è molto inferiore a quello inizialmente previsto. La morfologia delle caverne ha influenzato anche il numero di invertebrati raccolti dagli ambienti sotterranei.
Per compensare questa situazione, ci siamo concentrati anche su edifici abbandonati come simulatori di ambienti sotterranei da cui abbiamo raccolto microrganismi e invertebrati trasportati dall'aria. Tali edifici sono stati: l'ex ospedale (Sanatorio del Marchese), le ex stalle e il caseificio (Carcere il Giudice), le Catacombe (Catacombe di Pianosa) e gli edifici del porto vecchio (Borgo del Porto).
Per quanto riguarda l'indagine sugli invertebrati di superficie, dei 33 siti dell'entroterra previsti, sono state posizionate le trappole solo in 16 siti. Questo perché questi ultimi coprivano tutti gli habitat esistenti sull'isola: arbusti, pineta, pascoli e agricoltura. Per motivi di tutela/conservazione non abbiamo ritenuto necessario il posizionamento di altre trappole.

In laboratorio identificheremo gli invertebrati raccolti, otterremo colture di batteri e funghi presenti nell'aria e, attraverso tecniche molecolari, identificheremo i microrganismi (sia procarioti che eucarioti) presenti nei campioni di terreno, sui resti di lepre e sugli escrementi di uccelli/lepre.
Forniremo:
  • un inventario delle specie di invertebrati e microrganismi presenti negli ambienti superficiali e sotterranei dell'isola di Pianosa;
  • una caratterizzazione fisico-chimica dei siti di campionamento, distribuiti su tutta l'isola.
Si ritiene che, correlando i nostri risultati sulla diversità dei microrganismi e degli invertebrati degli habitat superficiali e sotterranei con i dati già disponibili sulla chimica del suolo, sui tipi di habitat e sul clima, si possa offrire una panoramica su come il clima, l'uso e la copertura del suolo interagiscano per influenzare i servizi ecosistemici legati alla biodiversità degli habitat superficiali e sotterranei negli ecosistemi di Pianosa.

Altre attività non scientifiche svolte durante la missione Poiché la Base di Ricerca del Consiglio Nazionale delle Ricerche sull'Isola di Pianosa è in fase di ammodernamento, Vlad Voiculescu ha contribuito all’assemblaggio della mobilia acquistata recentemente per la base.

Ringraziamenti Abbiamo ottenuto informazioni preziose dal dottor Marco Doveri, coordinatore della Stazione di Ricerca di Pianosa e dal suo team, accompagnandoci in alcuni siti dell'isola all'inizio del nostro soggiorno a Pianosa. Per tutta la durata della missione siamo stati supportati dal team dell'Istituto di BioEconomia (Firenze, Italia)3 che non solo ci ha fornito informazioni utilissime, ma ha anche reso il nostro soggiorno estremamente piacevole. Ringraziamo inoltre il dott. Francesco Primo Vaccari e il dott. Giorgio Matteucci del Consiglio Nazionale delle Ricerche e dell'Istituto di Bioeconomia che hanno reso possibile questa missione nonostante i disagi dovuti alla pandemia di Covid-19.

1 Le trappole per gli invertebrati sono state posizionate in 16 punti. In ogni punto sono state posizionate tre trappole a 1 m di distanza. Le trappole consistevano in vasi (10 cm di altezza, Ø 5 cm) contenenti 40 ml di antigelo (Glacelf classic, Total Lubrifiants, Francia) come attrattivo e fissatore per gli invertebrati. Contro la pioggia, sono state protette da coperture in fogli di plastica situate a un'altezza di 5 cm dal suolo. Le trappole sono state lasciate per sei giorni.
2 Gli habitat principali dell'isola sono: agricoltura, pascoli, machis e boschi (pineta).
3 Dr. Romina Lorenzetti, dr. Gherardo Biancofiore and Francesco Sabatini.